Descrizione
“Storie di streghe, che allora andavano di moda, scope che ballavano, vicende vissute giorno per giorno con lo spavento in cuore, persone trovatesi a quattr’occhi con la morte”…
Questi alcuni degli argomenti delle favole popolari piemontesi, che – proprio perchè popolari e proprio perchè trasmesse sino a noi dalla tradizione orale – sono la voce ingenua e spontanea dal contesto sociale d’un tempo.
L’eroe, il protagonista, l’antagonista appartengono al mondo contadino; il narratore è l’espressione delle conoscenze e degli affetti, di un modo corale di sentire, di agire, di partecipare; l’ignoto è inteso come divinità positiva o negativa: il bene ed il male, Dio e il demonio, in continuo contrasto.
La solitudine della montagna, la vita grama di tutti i giorni nei campi, gli eventi eccezionali, diventano fonte di sentimenti, esaltazione di valori, espressione di valori, espressione di usi e costumi, di esempi e di moniti
Perciò… “Se fuori piove o nevica, se fuori la luna brilla, se nel cielo il sole divampa, sediamoci, amici, ad ascoltare…”
Cera una volta…
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